Il Diamante

Un giorno Gil, passeggiando in bicicletta per le strade della sua città, trovò sul marciapiede, un diamante. Una grande fortuna, una di quelle sorprese, che di certo non puoi trovare dal vetraio, non di quelli grossi, ma brillante e iridescente.

Gil, passeggiava sempre da solo in bici, perché era un tipo molto solitario e a tratti burbero. Era molto magro, capelli color argento, il volto molto tirato e gli occhi tristi, di quelli che se li osservi bene sono sempre bagnati di lacrime. Eh, si, Gil aveva davvero il volto smagrito e gli occhi tristi, ma era elegante e slanciato, solo che per gli stronzi era un uomo asociale, folle e irriverente.

Quando entrava in un bar, però, si faceva notare; ordinava educatamente il suo caffè americano e, se non glielo servivano in fretta, mandava a cacare il barista e andava via bestemmiando.

Gil, era un tipo molto particolare, ma non glie ne fregava un cazzo di piacere agli altri. Anzi, ne era pure lusingato, perché gli altri erano soltanto dei polli, diceva.

Tuttavia gli piaceva non passare inosservato ed aveva una particolare cura per le sue mani, che amava decorare con tanti anelli, proprio come le femmine, ma non era frocio, anzi!

Un giorno, però, si accorse che al suo anello preferito, mancava la pietruzza e fu proprio questo, il motivo del suo isolamento; perché un anello senza pietruzza, non poteva riflettere la sua luce, e senza luce, lui poteva essere solo buio.

Ma quel giorno, la fortuna era dalla sua parte, perché aveva trovato la pietruzza per il suo anello.

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