Non c’era

Non c’era, nessun Billy; e questo dispiaceva alla sua famiglia. Specialmente a Billy che era molto incazzato. E mostrava segni di rabbia, eccome!

Urlava, prendeva a pugni le porte, sfasciava gli oggetti e talvolta ne lanciava qualcuno, soprattutto dietro alle donne, quando gli facevano scenate di gelosia o gli dicevano che era pazzo.

Quindi bastava guardarsi intorno per vedere i segni della sua presenza: i vetri della finestra rotti, pentole e coltelli dappertutto, cocci di bicchieri sul pavimento, che la sera prima aveva usato per scolarsi l’ennesima bottiglia di Barolo, o la chitarra che era rimasta scordata da quando si era accanito a suonare con veemenza “Bad Horsie” di Steve Vai.

Con tante prove delle mie azioni, si chiedeva Billy, com’ è possibile che non ci sia?

Il suo cruccio, con questa domanda, è che poteva farla solo a se stesso. Cioè: non è che non si potesse farla anche agli altri, ma gli avrebbero risposto di vedere “uno bravo”, e magari impulsivamente gli avrebbe sferrato un cazzotto dritto sul naso, rompendogli il setto nasale.

Tutti si sarebbero dispiaciuti, ma l’avrebbero deriso e umiliato: chiunque lo avrebbe considerato solo uno psicopatico e si sarebbe messo a ridere, come un idiota , a quel punto ad alto rischio dello sganassone.

Perché la sua famiglia era seriamente convinta che lui ci fosse e che la sua presenza era addirittura così fastidiosa che lo avrebbero ricoverato in un manicomio e anche con urgenza, se avesse ammesso di stare male, per levarselo di torno.

Quindi la domanda, Billy, poteva farla solo a se stesso. Perché era evidente che era lì , infatti era pieno di ferite ancora aperte; ma Billy non le vedeva, anche se ne percepiva il dolore.

Ogni tanto cercava di raccontare la sua storia al barista di turno, quella storia che ti fa sentire a casa, perché, magari, fuori fa caldo e hai freddo dentro e quelle tenerezze che non hai mai ricevuto da bambino da tua madre, le botte di tuo padre, tua sorella che si faceva di eroina, morta per overdose…

Insomma, quelle tragedie famigliari e crimini che gli altri avevano dimenticato di aver commesso contro di lui; ma era come se avesse parlato di di qualcun altro, dopo, anche se aveva chiari segni del suo passato sulla sua pelle.

Non vi svelerò il vero nome di Billy e nemmeno come sta adesso e dove vive. Potrebbe essere una storia senza morale per voi, una storia senza senso, ma non importa; perché quello che voglio dirvi è che Billy cercò, per tanto tempo, di autoinfliggersi segni sul corpo e nella mente per ricordarsi di esserci.

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