La Rosa Nera

Angela Maria Santarosa

Sono una che crede alle cose impossibili, lasciate le vostre idiozie a casa vostra o nel vostro cesso

La sera che mi spaccò il respiro

Era una sera come tante, o almeno così sembrava. Una di quelle sere in cui torni a casa con un filo di stanchezza e una bottiglia di vino per accompagnare due chiacchiere. Eravamo appena rientrati da casa di mia madre. Il bambino, in quei giorni, stava dai nonni. La casa era silenziosa, quasi accogliente.

Ci mettemmo a parlare. Cose leggere, apparentemente. La casa famiglia dove avevo vissuto per un po’, le difficoltà, le risalite, le cadute. I suoi occhi iniziarono a cambiare. C’era qualcosa di strano nel suo sguardo. Un’ombra. Un impeto improvviso, ingiustificato. La gelosia. Quella maledetta gelosia che non aveva radici, né logica.

Non ci fu tempo per discutere o spiegare. Arrivarono prima le urla, poi le mani. Mani che conoscevo, mani che avevo amato, ora strette in pugni. Iniziò a colpirmi. Forte. Senza tregua. Uno dei colpi, secco, preciso, mi centrò il naso. Sentii un crac sordo. Poi il buio. Caddi. A terra, con il sangue che mi colava dalla faccia, il dolore che pulsava nel cranio. Lui fuggì, portando con sé le chiavi di casa.

Riuscii a chiamare i carabinieri. Arrivarono, mi trovarono come un corpo svuotato, una donna rotta. Mi portarono al pronto soccorso. Lì, mi visitarono. Diagnosticarono una frattura composta. Composta… così dissero. Ma io sapevo che non era vero. Il mio naso era scomposto, fratturato malamente. Forse fu un errore, forse una leggerezza, forse peggio. Non so. Ma so che se avessero refertato la verità, lui non sarebbe uscito così facilmente.

Lo trattennero in questura, sì, ma solo il tempo necessario a compilare i documenti. Il giorno dopo era di nuovo libero. Io, invece, no. Io finii ricoverata d’urgenza. Frattura scomposta delle ossa nasali. Trauma cranico. Respiro rotto. Anima spezzata.

Mi chiedo ancora oggi come sia possibile tutto questo. Come la verità possa essere travisata. Come la giustizia possa inciampare davanti all’evidenza. Se quella sera, in quel pronto soccorso dello Ionio, avessero scritto ciò che realmente vedevano… forse, oggi, la mia storia avrebbe avuto un altro finale.

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