Arianna si svegliò nella sua cameretta e si guardò le mani. Aveva le dita gonfie e l’anello al suo anulare sinistro sembrava quasi scoppiarle in faccia.
Arianna trovò una bottiglia di vino sotto al letto , se la portò al cesso e la svuotò nel lavandino.
Stava morta.
Aveva saputo da esperti alcolisti che il vino di scarsa qualità le avrebbe dato più piacere di una bella mangiata.
Ci provò. Non funzionò.
Uscì dal cesso e si precipitò in cucina. Poi ritornò nel cesso e vomitò.
Ecco qual è il guaio di essere bulimica, il problema maggiore è il cibo, troppo cibo.
Devi stare attenta ad aspettare di morire di fame
e mentre il tuo stomaco brontola
e mentre hai fame mangi a cazzo
e più mangi e più ingrassi o per non ingrassare ti masturbi l’esofago fino a stramazzare sul wc.
Non c’è proprio niente di bello nella vita di una bulimica o di un’ alcolista bulimica.
Arianna si ripulì la bocca dal vomito, tirò lo scarico del wc e andò a lavarsi le mani gonfie cercando di sfilarsi l’anello con il sapone.
La sua mamma e il suo papà si stavano svegliando.
Il suo papà si accorse che aveva vomitato e la tramortì con una fibbiata della sua cintura sulla testa.
“Dio Mio”.
Il cancro dell’uomo è questo…
credere che ogni male sia male e che ogni bene sia bene.
L’inganno.
Credi sempre che tanto hai tempo. Ma il tempo finisce.
E tutto muore. Tranne i Mostri ( forse).